Attribuzione delle caratteristiche di pericolo HP4/HP8

Lorenzo Colaianni, 29 luglio 2016

Buongiorno

ho eseguito alcune classificazioni di rifiuti utilizzando il vs. software ed ho un quesito da porvi.

Spesso accade di dover eseguire test di irritazione/corrosione cutanea per rifiuti che contengono specie chimiche con codice H314, H315, H318 e H319. Talvolta, l'esecuzione dei test in vitro si rende necessaria a fronte di pH elevato, a titolo precauzionale, per una mancanza di informazioni complete sul processo produttivo del rifiuto e sulle materie prime che lo hanno generato.

Ho notato che, qualora il software tecnorifiuti classifichi un rifiuto con caratteristica di pericolo HP4/HP8, non è possibile inserire note/commenti su test in vitro effettuati e sugli esiti ottenuti, specie quando i risultati negativi confermano la non irritazione/non corrosività.

Pensiate che sia opportuno eseguire delle implementazioni ?

Attendo vs. riscontro.

Saluti

Lorenzo Colaianni

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1 Commenti
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    Staff Tecnorifuti
    Scritto il 05 agosto 2016 alle ore 23:40:25
    Attribuzione di HP4 e di HP8, valori di pH estremo e test in vitro.
    Ringraziamo il dott. Coloianni per aver sollevato la questione in quanto l’attribuzione delle caratteristiche di pericolo HP4 ed HP8 è uno degli argomenti che spesso suscita dubbi nella classificazione dei rifiuti. Il Regolamento Commissione Ue 1357/2014/Ue prevede, per l’attribuzione delle caratteristiche di pericolo HP4 ed HP8, solo di effettuare le sommatorie delle concentrazioni delle sostanze classificate rispettivamente come irritanti e corrosive (H314, H315, H318 e H319), purché presenti in concentrazioni superiori ai rispettivi valori soglia, e di confrontarle con i valori limite indicati. A differenza di quanto previsto per l’attribuzione delle caratteristiche di pericolo HP1, HP2, HP3, HP12 ed HP14, il suddetto regolamento non indica, per l’HP4 e l’HP8, la possibilità di procedere mediante l’esecuzione dei metodi di prova previsti dal Regolamento 440/2008/Ce. Per questo motivo riteniamo che il software non abbia la necessità di prevedere alcuna nota e che non debba subire implementazioni in merito. Riteniamo, altresì, che, pur non essendo esplicitamente previsto dal Regolamento Commissione Ue 1357/2014/Ue, il ricorso all’esecuzione di uno dei metodi di prova previsti dal Regolamento 440/2008/Ce possa contribuire alla classificazione di un rifiuto che presenti sostanze pericolose classificate come irritanti e corrosive in quantità importanti o che sia caratterizzato da un valore estremo di pH. Questa possibilità, comunque, non è in contrasto con la normale elaborazione dei dati effettuata dal nostro software. Normalmente, infatti, si procede con l’analisi del rifiuto per la determinazione del pH e delle concentrazioni delle sostanze pericolose che lo contaminano e poi si procede all’elaborazione dei dati. Rilevare un valore estremo per il pH o avere un superamento di uno dei valori limite fissati per l’HP4 e l’HP8 possono essere considerati come indici della necessità di procedere all’esecuzione di uno dei metodi di prova previsti dal Regolamento 440/2008/Ce. Non appare, quindi, contraddittorio avere sia l’esito dell’elaborazione dei dati sia quello dei test di irritazione e di corrosione anche se in contraddizione tra loro. Il software del portale Tecnorifiuti.it effettua l’elaborazione dei dati secondo i criteri stabiliti della norma e spetta a ciascun professionista decidere se procedere con i test e di valutare gli eventuali risultati. Riteniamo, pertanto, che il software non debba considerare automaticamente l’esito dei test, in quanto la norma non prevede espressamente l’impiego di metodi di prova per l’attribuzione delle caratteristiche di pericolo HP4 ed HP8. Lo staff di Tecnorifiuti.it